L’area dove si estende il Giardino, acquistata dalla famiglia Giusti all’inizio del Quattrocento, fu utilizzata per quasi due secoli come insediamento produttivo. Originaria della Toscana, la famiglia Giusti a Verona sviluppò l’industria della tintura della lana, prima fonte di ricchezza della città scaligera.
Il Salone suddivide il piano nobile del Palazzo in due grandi appartamenti. Nato per “far musica”, il Salone era anche il luogo in cui venivano accolti i visitatori più illustri già dalla metà del 1500. Agostino Giusti, costruttore del Palazzo, era infatti amico di famiglie prestigiose come i Medici e gli Asburgo, allora leader politici e culturali in Italia e in Europa. Qui era esposta la quadreria della famiglia Giusti, oggi dispersa.
La corte d’onore è cinta da mura con merli a coda di rondine a memoria dell’origine ghibellina della famiglia Giusti. Atrio e corte fungevano da teatro per rappresentazioni, come nel 1581 quando vi fu allestita la prima della favola pastorale L’Aminta di Torquato Tasso, e per intrattenimenti musicali dell’Accademia filarmonica.
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